Effetto della concentrazione di albumina sierica sull’esito neurologico dopo arresto cardiaco extraospedaliero
Si è valutato se la concentrazione di albumina sierica all'arrivo in ospedale dia indicazioni prognostiche sull'arresto cardiaco extraospedaliero ( OHCA ).
Lo studio prospettico, multicentrico, osservazionale CRITICAL ( Comprehensive Registry of Intensive Cares for OHCA Survival ) condotto a Osaka, in Giappone, ha arruolato tutti i pazienti con OHCA consecutivi portati in 14 Centri partecipanti.
Sono stati inclusi pazienti adulti di età a partire da 18 anni con arresto cardiaco extraospedaliero non-traumatico che hanno ottenuto il ritorno della circolazione spontanea e la cui concentrazione sierica di albumina era disponibile dal 2012 al 2014.
Sulla base della concentrazione sierica di albumina all'arrivo in ospedale, i pazienti sono stati divisi in quartili ( da Q1 a Q4 ), ovvero Q1 ( inferiore a 2.7 g/dl ), Q2 ( da 2.7 a 3.1 g/dl ), Q3 ( da 3.1 a 3.6 g/dl ) e Q4 ( maggiore o uguale a 3.6 g/dl ).
L'esito primario era la sopravvivenza a 1 mese con esito neurologico favorevole ( scala di categoria delle prestazioni cerebrali 1 o 2 ).
Durante il periodo di studio, in totale 1.269 pazienti con arresto cardiaco extraospedaliero erano idonei alle analisi.
La percentuale più alta di esito neurologico favorevole è stata del 33.5% ( 109 su 325 ) nel gruppo Q4, seguita dal 13.2% ( 48 su 365 ), 5.0% ( 13 su 261 ) e 3.5% ( 11 su 318 ) nei gruppi Q3, Q2 e Q1, rispettivamente.
Nell'analisi di regressione logistica multivariata, la proporzione di esito neurologico favorevole nel gruppo Q4 è risultata significativamente più alta rispetto a quella del gruppo Q1 ( odds ratio aggiustato, aOR=8.61 ).
La proporzione aggiustata di esito neurologico favorevole è aumentata in modo graduale attraverso l'aumento dei quartili ( P per tendenza minore di 0.001 ).
Una maggiore concentrazione di albumina sierica è risultata significativamente e indipendentemente associata a esito neurologico favorevole in modo dose-dipendente. ( Xagena2018 )
Matsuyama T et al, Am J Cardiology 2018; 121: 156-161
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